State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...

State buoni , Se potete - San Filippo Neri ...
State buoni , Se potete - San Filippo Neri ... Tutto il resto è vanità. "VANITA' DELLE VANITA '> Branduardi nel fim - interpreta Spiridione. (State buoni se potete è un film italiano del 1983, diretto da Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy).

domenica 11 marzo 2018

“DOMINICA IN LAETARE” Domenica della “Letiza” 11 marzo 2018

🙏🏻  su:
🙃Settimana in casa e a letto 🙏🏻siamo influenzati🎆
🙏🏻Commento a cura di Don Manuel Loreni, vicario parrocchiale Unità pastorale Santa Croce, SS. Trinità, Piane di Schio Est.
Registrato nel battistero della chiesa parrocchiale di Santa Croce di Schio.
Da Frammenti scelti
“Il grande cranio dell’umanità. Il suo potente cervello e il suo gran cuore. Tutti i pensieri, per quanto contradditori, nascono da quell’unico grande cervello: il cervello dell’umanità, di tutta l’umanità”,
Etty Hillesum, Diario, 21 ottobre 1941

Quello che fa paura è il fatto che certi sistemi possano crescere al punto da superare gli uomini e da tenerli stretti in una morsa diabolica, gli autori come le vittime: così, grandi edifici e torri, costruiti dagli uomini con le loro mani, s’innalzano sopra di noi, ci dominano, e possono crollarci addosso e seppellirci.”,
ETTY HILLESUM, DIARIO, 27 FEBBRAIO


E’ VERO CHE VIVO INTENSAMENTE, A VOLTE MI SEMBRA DI VIVERE CON UN’INTENSITÀ DEMONIACA ED ESTATICA, MA OGNI GIORNO MI RINNOVO ALLA SORGENTE ORIGINARIA, ALLA VITA STESSA, E DI TANTO IN TANTO MI RIPOSO IN UNA PREGHIERA. E CHI MI DICE CHE VIVO TROPPO INTENSAMENTE NON SA CHE CI SI PUÒ RITIRARE IN UNA PREGHIERA COME NELLA CELLA DI UN CONVENTO, E CHE POI SI PROSEGUE CON RINNOVATA PACE ED ENERGIA. CREDO CHE SIA SOPRATTUTTO LA PAURA DI SPRECARSI A SOTTRARRE ALLE PERSONE LE LORO FORZE MIGLIORI. SE, DOPO UN LABORIOSO PROCESSO CHE È ANDATO AVANTI GIORNO DOPO GIORNO, RIUSCIAMO AD APRIRCI UN VARCO FINO ALLE SORGENTI ORIGINARIE CHE ABBIAMO DENTRO DI NOI, E CHE IO CHIAMERÒ «DIO», E SE POI FACCIAMO IN MODO CHE QUESTO VARCO RIMANGA SEMPRE LIBERO, «LAVORANDO A NOI STESSI», ALLORA CI RINNOVEREMO IN CONTINUAZIONE E NON AVREMO PIÙ DA PREOCCUPARCI DI DAR FONDO ALLE NOSTRE FORZE”,ETTY HILLESUM, DIARIO, 28 SETTEMBRE 1942🙏🏻

WWW.TEMENOSJUNGHIANO.COM/ETTY-HILLESUM-FRAMMENTI-SCELTI/


Commento al Vangelo di domenica 11 Marzo 2018 – don Fabio Rosini

Il Vangelo di questa domenica (Gv 3,14-21) ci presenta il dialogo tra Gesù e Nicodemo. Il Signore afferma che Dio “ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”. La prima lettura, tratta dal secondo Libro delle Cronache, parla dell’esilio del Popolo d’Israele, che ha disprezzato la benevolenza di Dio. Il Vangelo proclama che c’è una via di ritorno dall’esilio per arrivare alla salvezza: credere all’amore di Dio. La nostra condanna non è quella tragedia o quel dolore, è non credere che Dio ci voglia bene in quella tragedia e in quel dolore. La nostra condanna è essere affezionati alla lamentela, alla tenebra, è non accogliere la tenerezza di Dio. Occorre invece credere che in ogni fatto Dio ci stia salvando: Lui non si è dimenticato di noi. Ecco la chiave di ogni nostra sfida spirituale: aprirci alla tenerezza di Dio. Questo ci apre alla felicità. Dio può solo offrirci il suo amore, non può imporcelo. Il suo è un regalo che possiamo accogliere o no. Gesù svela il volto di Dio: tutti si possono salvare perché tutti siamo amati. Ma possiamo dire di no. Dio ci supplica: accoglimi, credimi, lasciati amare!
>>> http://m.famigliacristiana.it/blogpost/iv-domenica-di-quaresima-anno-b---11-marzo-2018.htm

e non poteva mancare il Curtaz 

Commento al vangelo dell'11 marzo 2018

Il Vangelo della IV domenica di Quaresima B commentato da Paolo Curtaz.In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Wilma Chasseur
 In questo brano (Gv 3,14-21) vediamo la figura di Nicodemo, messa in scena solo da Giovanni. Personaggio importante, era membro del Sinedrio, la massima struttura del giudaismo. Era, dunque, un maestro della legge, un rabbi influente, e va da Gesù di notte. L'interpretazione immediata sarebbe quella che volesse un po' mimetizzarsi, visto che va di notte, ma, da un'esegesi molto interessante che ho sentito, risulta che chi faceva il rabbi lo faceva di notte. Per il semplice motivo che, di giorno, lavorava per mantenere la famiglia.Quindi, di giorno, avrà fatto il vasaio o il calzolaio o il pastore di greggi e di notte si dedicava allo studio. Nel mondo antico, finito il giorno lavorativo, si aspettava la notte per dedicarsi allo studio. Questo ci permette di eliminare qualsiasi dubbio sul fatto che Nicodemo, andando di notte da Gesù, volesse mimetizzarsi (anche perché alla morte di Gesù non si è per niente nascosto: al contrario, si è esposto con coraggio).In questo discorso a Nicodemo Gesù ci dà alcune bussole. Le due bussole che ci dà oggi sono la vita eterna e la fede perché “chi crede in Lui ha la vita eterna”Quando inizia la vita eterna?Se, con un sondaggio, ci chiedessero di colpo che cos'è la vita eterna, cosa risponderemmo? Probabilmente, tutti diremmo: " È la vita che inizia dopo la morte". E invece l'evangelista Giovanni dice: "La vita eterna è conoscere Te, l'unico vero Dio e Colui che hai mandato Gesù Cristo". Ecco una notizia sconvolgente, cioè che sconvolge tutti i nostri modi di pensare perché se la vita eterna consiste nel conoscere, significa che essa non inizia alla nostra morte, ma alla nostra nascita. Dio, dandoci l'essere, ci dà implicitamente anche la capacità di conoscere che diventerà perfetta nell'età adulta, ma ognuno di noi la riceve in potenza già alla nascita. Fin dal battesimo riceviamo in noi la vita di grazia che non è altro che il germe della gloria, quindi nella misura in cui viviamo in grazia, viviamo la stessa realtà della gloria (benché in germe) la cui pienezza sarà raggiunta quando vedremo Dio faccia a faccia.Cos'è la fede?Non basta conoscere, bisogna anche credere: "Chiunque crede in Lui, ha la vita eterna". Se la vita eterna è la realtà più grande, la fede è l'opera più grande e adeguata ad essa. La fede è il tesoro più prezioso che abbiamo perché ci apre gli orizzonti sconfinati dello spirito; ci fa entrare nel mondo di Dio, ci dà la forza stessa di Dio, illumina la nostra vita, dà senso a quel che facciamo e al perché viviamo: senza la fede, la vita diventa una notte tenebrosa senza senso e senza sbocco, se non nel buco nero e vertiginoso dell'eterno nulla. Non c'è peggior catastrofe che perdere la fede: tutte le altre sono niente in confronto perché non metteranno mai a rischio il nostro destino eterno, mentre se perdiamo la fede, la nostra vita che era destinata ad un'esplosione di gloria, finirà in un'estinzione tenebrosa.
(Wilma Chasseur)

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